Il ristorante

Nata sotto il segno dei pesci. Era marzo del 2002 quando due donne, anche loro nate sotto il segno dei pesci, diedero vita alla Piazzetta del Sole. E così, sotto questa curiosa coincidenza astrale, comincia il cammino di questo ristorante. Un’avventura tutta al femminile con Antonella nella cabina di regia della cucina e Miriam sul palcoscenico della sala. Due donne che più diverse tra loro non potrebbero essere e che, proprio da questa diversità, continuano a trarre forza e a dare al loro ristorante un’impronta ben precisa. Fatta di esaltazione del territorio e della stagionalità. Sì perché alla Piazzetta del Sole si trova ciò che dona il territorio in cui si trova e quando il territorio lo dona.
In questo locale sembra davvero di essere nella sala da pranzo di una casa. E casa lo è a tutti gli effetti, perché è così che lavorano Miriam e Antonella. Con la stessa cura con cui si tiene, appunto, una casa. E i clienti si sentono a casa a tal punto che, durante le cene, capita sovente che tra i vari tavoli ci si scambino chiacchiere e risate, con le parole che si mescolano al rumore delle forchette nei piatti. Una bella sinfonia in cui la famosa “scarpetta” non solo non è proibita dall’etichetta ma, anzi, è ben accetta da chi si vede arrivare in cucina i piatti puntualmente vuoti.
La vera forza di questo locale, dicevamo, è il territorio, che si declina nella scelta di prodotti e produttori locali. Soprattutto l’olio che qui è rigorosamente extra vergine e arriva dagli uliveti della zona. L’olio della casa è fatto dietro l’angolo, dal Frantoio Mezzabarba, altra bella realtà di Farnese. Ma tutto, viene da questa meravigliosa terra di Tuscia, dalla verdura alla carne, dalle farine ai formaggi. Ecco perché la Piazzetta del Sole sembra davvero una casa, con i profumi che arrivano dalla cucina e l’accoglienza amichevole di chi vi apre la porta
Ecco alcuni dei produttori a noi cari
Olio: Frantoio Mezzabarba è il nostro olio della casa, Frantoio I&P le monocultivar da abbinare ai nostri piatti
Le Carni: Az, Agr. Mariotti con la carne Maremmana dop, Macelleria Nardi con la manzetta San Bartolomeo con i fegatini di pollo
Le verdure : Orto delle Fate, Stefanelli, Dario e Valentino.
Le farine, legumi e pasta secca : CCORAV, Forno Vecchino, Gentili Enrico, Orto delle Fate
Formaggi e salumi : Az agr. Radichino, Stefanoni, Valleperlata
La nostra carta dei vini ci assomiglia. Perché? Perché nasce dallo stesso lavoro, quotidiano e costante, di ricerca della qualità. La cucina che proponiamo ai nostri clienti e i vini con cui suggeriamo di accompagnare il cibo che prepariamo nascono dall’identico amore per il territorio e le materie prime. Per questo motivo la nostra carta dei vini punta sul territorio, il nostro ma non solo. Territorio, per noi, è il concetto di terroir, che si declina in specificità e tipicità. Ogni territorio ha caratteristiche sue ben definite, uniche, che dipendono da tanti fattori come il terreno, la sua composizione, l’aria, la luce. Tutte cose che diventano ciò che si mangia e ciò che si beve. E che raccontano una storia, ogni volta diversa.
Per questo la nostra carta dei vini lascia la quasi totalità del suo spazio ai vini naturali di piccoli produttori, di piccoli vignaioli che producono vino con la stessa attenzione al “territorio” che noi mettiamo nella nostra cucina. Non ci piace la retorica del “piccolo è bello” o del “chilometro 0”, formule dietro le quali, spesso, si cela la stessa mancanza di rispetto per la terra e l’ambiente che si trova dietro le produzioni su grandi numeri. Qui si parla di qualcosa di diverso, di particolare. Questo è “il territorio” come lo intendiamo noi ed è ciò che ci accompagna nel lavoro della scelta dei vini che proponiamo ai nostri clienti.
I vini della nostra carta sono un viaggio nella geografia, fisica ma non solo, di un modo di produrre che mette al centro il rispetto. Rispetto per la terra, rispetto per il lavoro, rispetto per il vino e, soprattutto, rispetto per chi il vino, alla fine, lo beve.
Siamo ciò che mangiamo e siamo ciò che beviamo non è uno slogan ma proprio un modo di vivere. Ecco, sì, allora possiamo dire che la nostra carta di vini è anche il nostro modo di vivere la vita e il nostro lavoro.